Le Coste principali della Puglia: Cenni Storici

Dal punto di vista geologico la Puglia è costituita per l’80% da rocce calcaree e dolomitiche (roccia sedimentaria carbonatica costituita principalmente dal minerale dolomite chimicamente costituito da un carbonato doppio di calcio e magnesio), durante il Giurassico medio e inferiore nella parte che costituisce la Puglia erano presenti isole e scogliere sommerse dall’oceano Tetide e dai mari epicontinentali (Ambiente di sedimentazione marina poco profondo situato su vaste aree interne di un continente), che la frammentazione della Pangea andava formando con il deposito continuo sui fondali dei gusci dei microrganismi marini, che li formavano sottraendo all’acqua il carbonato di calcio.
Nel Cretaceo buona parte della Puglia era fuori dall’acqua, nel Paleocene si crearono in prossimità di Marina di Lesina una serie di rocce magmatiche. Tra i 12 e i 2 milioni di anni fa l’Appennino prende la sua forma definitiva nel processo di creazione di questa catena montuosa la Puglia non è direttamente coinvolta, ma subisce solo gli effetti secondari, perché durante questo processo la nostra Regione rappresenta l’avvampasse, cioè quella massa continentale che fa da ostacolo alla spinta orogenetica proveniente dall’altra massa di terre. In questo periodo continua il processo di sedimentazione che provvede alla formazione dei calcari teneri, come il tufo. Diecimila anni fa si completa il Tavoliere delle Puglie e i laghi di Lesina e Varano. In tutto questo scenario è comprensibile come la forza della natura ha potuto modellare la nostra Regione, in tutto questo straordinario ciclo la nostra Terra conserva traccia nei suoi strati. E’ impressionante osservare uno dei posti da noi visitato, la straordinaria cava di bauxite, un luogo questo che sa dell’incredibile. Si tratta di un enorme cratere dai colori vividi e irreali, con le pareti e i bordi di colore rosso-ruggine e un lago azzurro-verde sul fondo.
L’insenatura di Porto Badisco, un altro sito importante, dove si può camminare su degli scogli molto bassi e ci s’imbatte in strane formazioni come se fossero alghe fossili, in pratica è un tratto di fondale marino preistorico. Sempre in questo tratto si sono potuti notare straordinari coralli pietrificati, minute conchiglie, in pratica un intero mondo scomparso. Sempre inglobate nella roccia, sono state rinvenute ossa pietrificate di grandi animali mescolate a detriti di antiche grotte crollate, scavate dalle acque dopo che il Salento era emerso dal mare. Siti di straordinaria bellezza possono essere riscontrati a S. Cesarea, Tricase, S. Maria di Leuca, dove la storia geologica di questi posti ci racconta la presenza di straordinari fossili inglobati nelle rocce, le pereti del porto di Tricase scavate in un fondale sabbioso, dove le pareti a strapiombo di una scogliera sono in realtà la frattura della crosta terrestre, come quelle di S. Maria di Leuca. Risaliamo la nostra Regione per incontrare la costa di Polignano a Mare, una cittadina della provincia di Bari. La costa conserva il suo stato naturale molto bello da osservare, i fondali rocciosi sono ricchi di anfratti e grotte sommerse, tanto da essere state incluse tra le aree protette regionali. Tratti costieri importanti e molto frequentati sono Cala Incina, Cala Paura, Portalga, lo Scoglio dell’Eremita. Diamo uno sguardo al suo territorio che è caratterizzato dalla presenza di una fascia litoranea sub-pianeggiante, che si eleva in maniera dolce e continua verso l’interno. Dal punto di vista geologico il litorale è caratterizzato dalla presenza di una costa a falesia (costa rocciosa con pareti a picco, alte e continue), con un’altezza che va dai 5 ai 10 metri, che in corrispondenza del centro abitato si eleva fino a 24 metri di altezza. La costa a falesia come accennato, ha una lunghezza di circa 12 chilometri, caratterizzata dalla presenza di calette molto strette e profonde e insenature molto ampie, in corrispondenza dello sbocco a mare del sistema di lame. Altresì una caratteristica interessante è data dall’affioramento dei tufi delle Murge.
Si tratta in buona sostanza di calcareniti, costituite dal deposito calcareo e argilloso, in parte cementati con frequenti livelli fossiliferi. Difatti è facile scorgere sulla roccia calcarea presente lungo dei tratti di costa, la presenza di gusci di conchiglie bivalvi fossilizzate ed altri organismi dei quali sono rimaste impresse le parti mineralizzate sulla roccia. Sempre in prossimità della costa sono presenti degli affioramenti di acqua sorgiva, all’interno delle grotte sommerse in quanto situate in corrispondenza della falda profonda che si trova a qualche frazione di metro sopra il livello del mare. Lungo la fascia costiera, ma anche all’interno del territorio, sono numerosissime le grotte, di eccezionale valore, per numero, varietà e bellezza. Le grotte marine, sono un elemento caratterizzante questo territorio, quelle che si affacciano sul mare sono il risultato di allargamenti di forme cave, che in alcuni casi presentano dissesti interni sviluppati, in particolare quelle ubicate al di sotto del centro urbano. Parliamo ora dei siti d’immersione che sono famosi e abbastanza conosciuti, come quello di Cala Incina, località situata a nord di Monopoli (Ba). Essa si presenta come un’insenatura naturale molto riparata, con la parete di sinistra che scende a una profondità massima di 15 mt. dove fu collocata in una grotta una statua della madonna, meta peraltro di pellegrinaggi subacquei. Cala Paura, località a sud di Monopoli, si entra in acqua dalla spiaggia di ciottoli che degrada dolcemente, la parete di destra parte da tre metri di profondità per finire a 15 mt. ed è piena di anfratti e tane, dove è facile avvistare pesce di dimensioni interessanti, alghe e piante marine, stelle marine, spirografi, nudibranchi e altri organismi interessanti che saranno trattati nella seconda parte di questo libro. Altresì le grotte sommerse offrono un paesaggio incantevole agli occhi del subacqueo, perché le pareti interne sono piene spugne incrostanti, dalle svariate dimensioni e colori incantevoli, rifugio di diversi organismi anche dalle dimensioni molto ridotte che avvolte si confondono con i colori delle pareti.
Portalga, una vecchia cala usata dai pescatori come riparo per le loro imbarcazioni. Le sue pareti tappezzate da piante e alghe marine sono ricche di organismi bentonici e nectonici. Anche in questo sito subacqueo v’è la presenza di qualche grotta sommersa tappezzata di spugne dai colori molto vivaci e con un po’ di fortuna è facile incontrare qualche Flabellina. Scoglio dell’Eremita si trova di fronte alla periferia sud di Polignano a mare ( Ba ). L’isolotto dista dalla costa poche decine di metri. Ci si arriva immergendosi dalla costa su un fondale di circa 6/7 metri. Arrivati sul posto, l’immersione inizia circumnavigando l’isoletta seguendo la parete che arriva alla profondità di 28/30 mt. A quella profondità si trovano anfratti, tane e spaccature, dove risiedono gronchi, polpi e corvine.
Il territorio di Polignano presenta tutte le caratteristiche tipiche delle aree costiere mediterranee, con inverni miti e piovosi ed estati calde e secche. La stagione estiva è caratterizzata da un minimo di piovosità (50 – 75 millimetri), che raggiunge invece un massimo nel periodo autunno – inverno (500 – 700 millimetri). Nel suo territorio si rileva esclusivamente la presenza della macchia mediterranea, con alberi bassi e cespugli sempreverdi, poiché lo sfruttamento intensivo del territorio a fini agricoli, in atto già in tempi remoti, ha ridotto in maniera notevole le aree boscose, le stesse sono caratterizzate dalla presenza di vegetazione spontanea. Risaliamo ancora e raggiungiamo la parte nord della Puglia, in corrispondenza di una delle Aree Protette (AP) più importanti, le Isole Tremiti. Le Aree Protette in genere sono aree terrestri, lacustri e fluviali, che contengono una o più specie naturali rilevanti della flora e della fauna del territorio, in altre parole presentano uno o più ecosistemi importanti per la diversità biologica e per la conservazione delle risorse genetiche.
Questa è la definizione dell’articolo 2 primo comma del Testo Unico dell’Ambiente. Il Ministero dell’Ambiente impartisce le direttive per raggiungere obiettivi scientifici, educativi e di protezione della riserva (Art 31, 3° comma), e preventivamente, sentite la regione e le province coinvolte, definisce per decreto l’organismo di gestione e le finalità della tutela. Per decreto la gestione può essere attribuita anche a un ente diverso da quello suddetto, come enti locali, associazioni e loro consorzi. La Riserva Naturale delle Isole Tremiti è la più importante dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, comprende le isole di San Domino, San Nicola, Caprara e Pianosa, lo scoglio del Cretaccio, oltre ad un numero imprecisato di piccoli scogli, faraglioni o semplici spuntoni di roccia che affiorano dal mare. Complessivamente le isole hanno una superficie di poco più di tre kmq. Già dalla fine del secolo scorso le Tremiti sono state oggetto di molte ricerche finalizzate all’individuazione dell’età e della natura delle rocce che le costituiscono, dei fenomeni tettonici che le hanno interessate in relazione alla complicata e poco conosciuta storia geologica della zona adriatica. Allo stato attuale si possono smentire le tesi finora sostenute sull’origine vulcanica delle isole, perché è stato accertato che sono di origine sedimentaria, marina e continentale. Le loro vicende geologiche che hanno conferito la loro attuale fisionomia si sono svolte sostanzialmente durante le ultime due ere geologiche Cenozoico e Neozoico collegate alle vicende che hanno determinato il corrugamento delle Alpi e degli Appennini e, più in generale la nascita della penisola italiana.
La natura delle rocce presenti sulle isole, alcune delle quali contenenti resti fossili d’organismi marini come Protozoi e Coralli sono una prova inconfutabile dell’origine marina dell’Arcipelago, inoltre la conformazione a piega monoclinale delle isole, in pratica strati rocciosi inclinati in una sola direzione, conferma che, per emergere dal mare sono stati sottoposti a forti spinte. Durante il Quaternario le Tremiti, definitivamente emerse dal mare, in seguito alle modificazioni del livello marino dovute alle glaciazioni, subirono importanti variazioni morfologiche. In questo periodo si sono venute a formare le rocce sedimentarie continentali.